Il mio approccio
L’approccio che ho scelto per diventare psicoterapeuta è quello ad orientamento gestaltico, un approccio che mi ha da sempre affascinato perché considera la persona nella sua totalità di mente, corpo, ambiente di vita e relazioni.
La psicoterapia della Gestalt nasce a New York all’inizio degli anni ‘50 ad opera di Frederick (Fritz) Perls, psicoanalista, della moglie Laura Perls, studiosa della psicologia della Gestalt e di un gruppo di intellettuali statunitensi, tra cui Poul Goodman e Isadore From.
E’ una approccio che si inserisce all’interno del filone delle psicoterapie umanistiche, contrapponendosi alla psicanalisi e al comportamentismo. ed alla cui base si trova un paradigma olistico, che considera la persona come un unitaÌ€ di corpo e mente e che individua la necessitaÌ€ di esplorare l’esperienza corporea, spesso trascurata.
Ma cosa significa Gestalt? “Gestalt” eÌ€ una parola tedesca, tradotta con il termine “forma”. In realtaÌ€ il significato eÌ€ piuÌ€ ampio e puoÌ€ significare “totalitaÌ€”, “struttura”, “insieme”, “configurazione”. Noi siamo una“gestalt” poiché siamo un insieme costituito da tante parti. Il concetto principale di questa teoria eÌ€ quindi il fatto di considerare l’individuo nella sua totalitaÌ€ di sistema complesso emergente dall’interazione delle parti e non solamente come la loro somma.
E’ da questo principio che si sviluppa la Psicoterapia della Gestalt, rielaborata in chiave fenomenologica, esistenzialista e olistica.
Mente e corpo sono quindi strettamente connessi l’una all’altro, e si influenzano reciprocamente. Non è quindi possibile curare un solo aspetto della persona o identificare come causa del suo malessere una sola parte di essa, poiché l’individuo funziona come un’unità.
Secondo questo approccio, ognuno ha in sé la capacità di evolvere naturalmente verso la propria realizzazione, ma che talvolta tale capacità di autorealizzazione venga bloccata da un insufficiente sostegno da parte dell’ambiente relazionale in cui l’individuo vive. Scopo della terapia, quindi, è quello di creare un ambiente che consenta al paziente di ripristinare la propria spontaneità di evoluzione e sia in grado di raggiungere ciò che intenzionalmente desidera.
Centrale per la terapia della Gestalt è il contatto, infatti, ritiene che il benessere della persona dipenda dalle sue capacità di fare un buon contatto, ovvero di raggiungere pienamente l’Altro e di sentirsi da esso raggiunto. Scopo della cura, perciò, è che il paziente ripristini la propria spontaneità nel contattare l’ambiente.
Il sintomo secondo questo approccio viene considerato non come qualcosa di negativo da eliminare o combattere, ma come il miglior adattamento creativo che l’individuo ha trovato per far fronte ad una situazione difficile, non ricevendo sufficiente sostegno dall’ambiente. Il disturbo, quindi, nasce sempre all’interno di una relazione, ed è perciò curabile all’interno di una relazione; ciò che cura è il poter sperimentare nella relazione terapeutica la possibilità di recuperare la propria spontaneità e capacità di autoregolazione nelle relazioni.
La terapia della Gestalt si basa sul principio del qui-ed-ora, quindi, pur interessandosi al passato dell’’individuo e alle esperienze che lo hanno portato ad essere come è ora, ritiene che la cura avvenga nel presente, “chiudendo” le esperienze del passato che non permettono all’individuo di evolvere spontaneamente verso la propria innata capacità di autoregolazione all’interno delle relazioni.
Cardinale nella terapia è la relazione che si viene a creare tra terapeuta e paziente, relazione di cura e per questo “trasformativa”.
Attraverso il “metodo fenomenologico”, il terapeuta impara ad ascoltare, astenendosi dal giudizio e quindi cercando di escludere il piuÌ€ possibile la propria “morale”, le proprie credenze, i propri valori, teorie, interpretazioni e conoscenze, facendosi guidare dal mondo reale (Fromm et al. 1995).
Per far sì che questo avvenga è fondamentale che il terapeuta abbia la capacità di sintonizzarsi su ciò che sente nel proprio corpo, cosicché il suo sentire lo orienti nel sostenere l’intenzionalità di contatto del paziente nel modo giusto per lui. La terapia, infatti, non è precostituita e uguale per tutti, ma costruita ad hoc per il singolo paziente, nel rispetto dell’individualità e della soggettività di ognuno
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Per maggiori informazioni visitare il sito www.gestalt.it
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